- العربية
- Euskera
- Català
- 简体中文
- 繁體中文
- Dansk
- Nederlands
- English
- Suomi
- Français
- Galego
- Deutsch
- Ελληνικά
- Íslenska
- Bahasa Indonesia
- Italiano
- Lietuvių
- Bahasa Melayu
- Nynorsk
- Polski
- Portuguese
- Română
- Русский
- Español
- Türkçe
- Tiếng Việt
L’economia a piedi nudi
È ora che gli economisti si sporcassero le mani.
Jim Denevan / Beach Spiral / 2005
Ho lavorato per circa dieci anni in zone di estrema povertà nelle Sierras, nella giungla e nelle aree urbane dell'America Latina. E un giorno, all'inizio di quel periodo mi sono trovato in un villaggio indiano nella Sierra di Perù. Il tempo era brutto, aveva piovuto tutto il giorno ed io stavo nello slum. E di fronte a me, c'era un'uomo in piedi in mezzo al fango - non nella baraccopoli, ma nel fango. Era un tipo basso ... magro, affamato, disoccupato,con cinque bambini, una moglie ed una nonna. Ed io ero un'economista pregiato da Berkeley in California. Mentre ci guardavamo uno all'altro, all'improvviso mi resi conto che non avevo niente coerente da dire a quell'uomo in queste circostanze; che il mio intero linguaggio come economista era assolutamente inutile. Dovevo dirgli che lui dovrebbe esserecontento perché il PIL era cresciuto del cinque per cento oqualcosa del genere? Sembrava tutto assurdo. Gli economisti studiano e analizzano la povertà nei loro begli uffici , hanno tutte le statistiche, creano tutti i modelli e sono convinti di aver capito tutto.Ma non capiscono la povertà.
Io vivo nel sud di Cile, nel profondo sud. E questa zona è conosciuta per la sua produzione di latte. Considerato tecnologicamente il top, e in ogni modo il migliore in assoluto. Pochi mesi fa mi trovavo lì in un hotel per una colazione e c'erano questi piccoli baratolini di burro Guardai uno. Questo burro proveniva dalla Nuova Zelanda. E pensavo, non è pazzesco? Ma perché? La risposta è perché gli economisti non sanno come calcolare i costi reali. Per portare burro da 10.000 chilometri ad un posto dove si fanno già il miglior burro sotto il pretesto che è più economico è una stupidaggine colossale. Essi non prendono neanche in considerazione l'impatto ambientale di cio' che significa 10.000 chilometri di trasporto. Una delle ragioni per cui è più economico è perché il burro è sovvenzionata. Quindi, chiaramente questo è un caso in cui i prezzi non dicono per niente la verità. È tutto un trucco. E quei trucchi fanno un male colossale. Se si portasse i consumi più vicino alla produzione si mangerbbe meglio, si avrebbe una alimentazione migliore, si saprebbe da dove proviene il cibo, e si potrebbe persino conoscere la persona che lo produce. Si umanizza il consumo. Ma oggi, il modo in cui viene praticato l'economia è completamente disumano
Abbiamo bisogno degli economisti colti, che conoscono la storia, da dove vengono le idee e come questi idee sono nati, e chi ha fatto che cosa; un economia che capisce in modo molto chiaro di essere come un sottosistema, che esso fa parte di un sistema della biosfera ancora più grande. Gli economisti di oggi non sanno nulla su cosa vuol dire gli ecosistemi, nulla sulla termodinamica, e nulla sulla biodiversità – in questo aspetto sono completamente ignoranti. E non vedo che male farebbe ad un economista di capire che se gli animali e la natura scompaiano, allora, scomparerebbe anche l'uomo perché non ci sarebbe più nulla da mangiare. Ma gli economisti di oggi non hanno capito che noi siamo completamente dipendenti alla natura. Secondo loro, la natura è un sottosistema della nostra economia. È assolutamente pazzesco!